di IA e di lavoratori...

Di seguito vi riporto un interessantissimo articolodello scrittore Cory Doctorow pubblicato sul sito dello stesso autore in lingua inglese e tradotto dall'eclettico artista, musicista non che esperto in traduzioni Kenobit al secolo Fabio Bortolotti. Questo articolo decisamente profondo e ricco di spunti ci parla del recente annuncio di Amazon su decine di migliaia di licenziamenti ai danni di lavoratori sostituiti dalle IA. Come sapete io sono da sempre molto critico sulle IA e sulla narrazione che ci viene propinata in merito, tuttavia non ho ne la preparazione tecnica, per quanto ne sia appassionato, ne la capacità di visione che invece ho trovato, non solo in questo articolo, ma in tutti i contenuti portati nel tempo da Cory Doctorow sull'argomento:


Quando la profezia dell'IA fallisce

Amazon ha incassato 35 miliardi di dollari di profitti, l’anno passato, quindi ha deciso di festeggiare licenziando 14.000 lavoratori (cifra che arriverà a 30.000, stando alle dichiarazioni dell’azienda). È esattamente il tipo di storia che manda Wall Street in brodo di giuggiole, e questi licenziamenti arrivano dopo una serie di proclami del CEO di Amazon, Andy Jassy, su come l’IA gli avrebbe permesso di licenziare una marea di lavoratori.

È la storia dell’IA, in fondo. L’obiettivo non è rendere i lavoratori più creativi o produttivi. L'unico modo per recuperare i 700 miliardi di dollari di capitale investito finora (per non parlare dei ulteriori investimenti promessi con una certa fantasia delle aziende dell'IA) è lasciare a casa lavoratori – un sacco di lavoratori. Bain & Co afferma che il settore dovrebbe ricavare 2 triliardi di dollari entro il 2030, per andare in pari, ossia più di quanto ricavano Amazon, Google, Microsoft, Apple, Nvidia e Meta messi insieme.

Ogni investitore che ha contribuito a quei 700 miliardi di capitale investito conta sul fatto che i dirigenti dei business di tutto il mondo inizino a licenziare tantissimi lavoratori per sostituirli con l'IA. Amazon, di suo, conta sul fatto inizino a comprare in massa i suoi servizi IA, dopo i suddetti licenziamenti. L'azienda ha speso 120 miliardi di dollari in IA solo quest'anno.

C'è solo un piccolo problema: l'IA non è in grado di fare i nostri lavori. Certo, un venditore di IA può convincere il tuo capo a licenziarti per sostituirti con un'IA che non è realmente capace di fare il tuo lavoro, ma è fin troppo facile. Il tuo capo ha un eterno durello all'idea di licenziarti.

Detto questo, ci sono un sacco di acquirenti insoddisfatti. Il 95% degli impieghi dell'IA non ha prodotto rientri di capitale, o ha direttamente perso soldi. L'IA "non influenza in maniera significativa i ricavi dei lavoratori, le ore di lavoro e i salari", stando questo studio.

Cosa può fare Amazon? Come può convincerti a comprare abbastanza IA da giustificare quell'investimento di capitale da 180 miliardi di dollari? In qualche modo, deve convincerti che un'IA può svolgere il lavoro dei tuoi dipendenti. Un modo per vendere l'idea è licenziare una marea di lavoratori di Amazon, per poi annunciare che sono stati sostituiti da un chatbot. Non è una strategia di produzione, è una strategia di marketing. Amazon sta intenzionalmente riducendo la sua efficienza, licenziando i suoi lavoratori nel disperato tentativo di convincerti che anche tu puoi licenziare i tuoi.

Amazon usa effettivamente un sacco di IA nella sua catena produttiva. L'IA è la "frusta digitale" che Amazon usa per controllare i fattorini che lavorano (nominalmente) per i subappaltatori. Permette ad Amazon di obbligare i lavoratori ad adottare pratiche non sicure, che mettono in pericolo loro e le persone con cui condividono le strade, scaricando la responsabilità sugli operatori dei "servizi di consegna indipendenti" e dei fattorini stessi.

La dirigenza di Amazon ha annunciato che l'IA ha sostituito anche i suoi programmatori, o lo farà presto. Peccato che i chatbot non siano in grado di fare i software engineer. Certo, sono in grado di scrivere del codice, ma farlo è solo una piccola parte del mestiere. Un ingegnere deve mantenere una finestra di contesto ampia e profonda, che tiene conto di come ogni parte del codice interagisce con il software che gira prima e dopo la sua esecuzione, e con i sistemi che la alimentano e accettano il suo output.

C'è un campo in cui l'IA fatica più che in ogni altro: il mantenimento del contesto. Ogni incremento lineare di contesto che chiedi a un'IA causa un aumento esponenziale del carico computazionale. L'IA non ha la permanenza degli oggetti. Non sa dov'è stata e non sa dove sta andando. Non si ricorda quante dita ha disegnato, quindi non sa quando fermarsi. È in grado di scrivere una routine, ma non di progettare e mantenere un sistema.

Quando i capi delle aziende tecnologiche sognano di licenziare i programmatori per sostituirli con l'IA, vorrebbero liberarsi di quelli più pagati, consci del loro valore, per poi trasformare le nuove leve, più insicure e inesperte, in babysitter dell'IA, il cui lavoro è valutare il codice e integrarlo a una velocità che nessuno può raggiungere, men che meno un programmatore junior, se vuole fare un lavoro preciso e competente.

I lavori che possono realmente essere sostituiti dall'IA sono quelli che le aziende hanno già accettato di svolgere male. Se hai affidato la tua assistenza clienti a un call-center dall'altra parte del mondo, dove i lavoratori non hanno le risorse per risolvere i problemi dei tuoi clienti, perché non licenziarli direttamente e sostituirli con dei chatbot? Anche i chatbot non possono risolvere i problemi, e sono decisamente più economici degli impiegati dei call-center.

Andy Jassy, CEO di Amazon, ha scritto che è "convinto" che licenziare i lavoratori renderà l'azienda "pronta all'IA", ma non è chiaro cosa intenda. Vuole forse dire che i licenziamenti di massa faranno risparmiare soldi senza intaccare la qualità, o che i licenziamenti di massa aiuteranno Amazon a recuperare i 180.000.000.000 di dollari che ha speso quest'anno in IA? I capi desiderano intensamente che l'IA funzioni, perché hanno una voglia matta di licenziarti. Come scrive Allison Morrow sulla CNN, i capi stanno licenziando i lavoratori nell'attesa dei risparmi che garantirà l'IA... prima o poi.

Sembra tutto così improbabile. Vogliamo credere che i capi sarebbero disposti a licenziare i lavoratori, con la promessa futura di poterli sostituire con l'IA, ritrovandosi con grandi spese in IA e ricavi in declino a causa dell'assenza dei suddetti lavoratori?

La risposta è un tonante sì. L'industria dell'IA ha svolto un lavoro così brillante nel convincere i capi che l'IA può sostituire i loro lavoratori, che quando l'IA non funziona come previsto i capi pensano di essere loro ad aver sbagliato qualcosa. Questa è una dinamica tipica delle truffe.

Una persona che si trova invischiata in uno schema piramidale pensa di essere l'unica che non riesce a vendere la "merce" che acquista ogni mese di tasca sua, e che nessun altro ha il garage pieno di leggings e oli essenziali invenduti. Non sa che, con buona approssimazione, l'industria del Multi Level Marketing non vende quasi niente, e si basa interamente su "imprenditori" che mentono a loro stessi e ai loro simili su quanto le merci siano richieste, acquistando prodotti che nessuno vuole. (Cory Doctorow qui si riferisce al fenomeno del Multi Level Marketing, diffusissimo negli Stati Uniti, ma meno in Italia. L'esempio più noto, nello stivale, è quello di Herbalife, ndK)

L'industria del MLM non solo si appoggia a questo inganno, ma lo capitalizza, vendendo agli "imprenditori" che si autoflagellano per i loro fallimenti costosi corsi di addestramento, che promettono di aiutarli a superare tutti quei difetti che gli impediscono di vendere bene come gli altri bugiardi disperati che millantano grandi successi economici.

L'industria dell'IA ha la sua versione di questi corsi di addestramento. È nata un'industria secondaria di consulenze e scuole di business, che offrono a caro prezzo una "formazione continua" ai capi che credono che l'unico motivo per cui l'IA che hanno acquistato non genera i risparmi sperati è che non la sanno usare bene.

Amazon ha davvero bisogno che l'IA funzioni. Settimana scorsa, Ed Zitron ha pubblicato un'analisi approfondita di un leak di documenti relativi a quanto guadagna Amazon dalle aziende IA che comprano i suoi servizi cloud. La conclusione? Senza l'IA, la divisione cloud di Amazon è in vertiginoso declino. (Cory Doctorow sta parlando di AWS, Amazon Web Services, uno dei settori più strategici dell'azienda. È lo stesso legato al Project Nimbus, l'accordo miliardario con cui Amazon ha messo i suoi server al servizio del massacro di innocenti a Gaza, ndK)

Come se non bastasse, i clienti di lusso del settore IA, come Anthropic (l'azienda responsabile del chatbot Claude, ndK), perdono decine di miliardi di dollari all'anno e sopravvivono grazie agli investitori che continuano ad allungargli soldi che finiranno nell'inceneritore. Amazon ha bisogno che i capi si convincano di poter licenziare i lavoratori per sostituirli con l'IA, perché così gli investitori continueranno a dare ad Anthropic i soldi che ha bisogno per non far finire Amazon in rosso.

Il licenziamento di 30.000 lavoratori di Amazon poco prima di Natale è una grande pietra miliare dell'enshittification. Gli Stati Uniti si sono ripresi dalla scorsa crisi in modo non uniforme, e questo implica che la quasi totalità dei consumi provenga dalle famiglie più abbienti, e le famiglie abbienti sono in grandissima parte abbonate a Prime. Le famiglie abbonate a Prime non confrontano i prezzi, prima di fare acquisti. Del resto hanno già pagato un anno di consegne in anticipo. Sono famiglie in cui ogni atto di shopping inizia e finisce sull'app di Amazon.

Se Amazon licenzia 30.000 lavoratori, peggiorando il funzionamento della sua rete logistica e del suo e-commerce, se lascia che proliferino lo spam e le recensioni fraudolente, se non consegna entro le date promesse e si incasina con i resi, sarà un problema nostro, non di Amazon. In un mondo del commercio dove le sue politiche predatorie, le acquisizioni seriali e le pratiche monopoliste ci hanno lasciato con poche alternative, Amazon può realmente definirsi "troppo grande per preoccuparsene".

Da questa posizione invidiabile, Amazon può permettersi di enshittificare i suoi servizi per vendere la grande bugia dell'IA. Uccidere 30.000 posti di lavoro è un piccolo prezzo da pagare, se permette di guadagnare ancora qualche mese e ritardare l'arrivo del giorno del giudizio sulle spese folli dell'IA, se permette di mantenere la grande truffa dell'IA in vita ancora per un po'.


articolo originale in lingua inglese scritto da Cory Doctorow rilasciato su licenza C.C, Creative Commons Attribution 4.0 (CC BY 4.0)

traduzione ed adattamento in lingua italiana a cura di Kenobit/Fabio Bortolotti tratto dalla mail list "La Settimana Sovversiva" del 31.10.2025