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Quando ero un ragazzino amavo i computer, ricordo con immensa gioia il mio cuoricino esplodere davanti alla scatola del mi primo computer uno Spectrum 48K+ ricordo i lavoretti saltuari delle superiori per permettermi un Amiga 500 con espansione a 1 mega di ram, ricordo i pomeriggi trascorsi davanti ad un listato in Basic per creare una rotazione di quadrati, o le oer passate su quei manualetti dove venivano “svelati” i misteri per fare cose mirabolanti, come scrivere fuori dai bordi dello schermo o creare due diversi piani di scrolling. Poi le cose cambiarono, arrivò il PC compatibile e fu l’inizio di un’era a tratti meravigliosa, a tratti meravigliosamente terrificante, con essa si accompagnarono tecnologie e software sempre più complessi ed affascinanti, ma anche sempre meno pensati per l’utenza e per l’hardware che li faceva girare, ma studiati per lo più da esperti di marketing, sempre più decisi a diminuire l’arrosto e ad aumentare il fumo.
Meravigliosa creatura chiamata internet ci ha dato un nuovo modo di comunicare, un nuovo modo di lavorare un nuovo modo di vivere, ma in questo splendido mare, dove la tecnologia dovrebbe essere miglioramento innovazione miracolo del genio umano, sono arrivati dei parassiti, gente improvvisata, personaggi senza la minima cognizione di quello che realmente è il meraviglioso mondo dell’informatica. Qualcuno definisce la matematica a certi livelli quasi una forma d’arte, io mi sento di fare lo stesso con l’informatica, trovo quasi poetico il boot di un server o di un pc, forse sto esagerando, ma ci vorrebbe rispetto, certamente più rispetto per la genialità dei padri delle più grandi innovazioni tecnologiche del nostro tempo, ed invece cosa abbiamo di fronte? Un degrado colturale ai limiti della decenza, mi trovo in imbarazzo spesso a parlare con “responsabili” dell’IT che ne sanno meno di un pesce palla sulla materia, dove però si presentano come manager, responsabili di settore e altri mille titoloni assolutamente inutili, antisonanti e grandi soltanto in proporzione al vuoto che nascondono.
Mi piacerebbe che esistesse un minimo di competenza diffusa nel settore informatico, non dico molto ma un minimo, invece c’è troppa troppa improvvisazione, rabbrividisco nel sentire frasi del tipo “Come ami avete scelto Linux… E’ cosi poco diffuso…” Imbecille i neuroni nel tuo cervello sono poco diffusi. Questo è quello che vorrei rispondere a certe affermazioni.
L’incompetenza è diffusa anche in altri settori, settori dove io sono un semplice utente, e quindi, magari, non sono in grado di quantificarla, ma almeno io non mi improvviso meccanico se non ne ho le capacità e le cognizioni. Ci vuole anche coraggio per mettersi in competizione senza averne i requisiti, ma quello che ci vuole per uscirne vincitori magari a scapito di persone che le capacità le hanno, beh questo rimane per me un mistro ancora in parte da risolvere.